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Quando la sofferenza è superata dall’amore

Treno bianco dei bambini: quando la sofferenza è superata dall’amore
Un animatore dell’Unitalsi racconta: “Questi piccoli angeli hanno una gioia e un entusiasmo che nessuno può immaginare”

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Toti Privitera, animatore del Treno bianco dei bambini per l’Unitalsi della Sicilia, si reca ogni anno a Napoli per stare accanto a tutti i piccoli disabili in viaggio verso Lourdes. Un cammino pieno di gioia quello di Toti, che non ha mai avuto esitazioni a porre il volontariato e l’assistenza ai piccoli al primo posto nella sua vita.

La sua esperienza affianco dei più sofferenti cominciò tre anni fa, quando si recò a Napoli per prestare servizio come barelliere. “Avevo sempre desiderato di poter assistere i più piccoli – racconta Privitera a Zenit – e questo mio grande desiderio è diventato realtà. Posso dire che è una gioia immensa poter servire questi piccoli angeli che, malgrado le loro sofferenze, hanno una gioia, un desiderio di vita e un entusiasmo che nessuno può nemmeno lontanamente immaginare”.

Cosa si prova a condividere il proprio tempo con i bambini del Treno bianco?

Sono energia allo stato puro, riescono a farti provare emozioni incredibili. La loro grande dolcezza e la loro gratitudine, anche per semplici gesti di aiuto che noi prestiamo loro, come sollevarli, aiutarli a mangiare…
Tutto è all’insegna della gentilezza e della tenerezza: servirli è per me ormai una forma di dipendenza, non posso più farne a meno e non voglio più farne a meno. Mi regalano delle emozioni che io rivivo poi nei miei ricordi, che mi aiutano a superare le difficoltà di ogni giorno. Servire questi piccoli fratelli è un grande tesoro che loro ci elargiscono senza misura. Il pellegrinaggio dei bambini di certo dà tanta gioia. Inizialmente siamo noi convinti, come dame e come barellieri, di poter aiutare e dare gioia, invece ci rendiamo conto sempre di più che sono loro, i più piccoli, a regalarci enormi emozioni. Non si possono descrivere la gioia e i colori che regnano dentro quel treno allestito per i più piccoli, ogni piccolo gesto è un momento straordinario.

Lei torna ogni anno a Lourdes: cosa rappresenta per lei questo luogo sacro?

Lourdes è davvero un luogo di gioia, ossia la porta del paradiso e della fede. Ognuno prova e porta con sé un senso di fede e di pace incredibile. Ricordo che al mio primo pellegrinaggio a Lourdes, mi avvicinai alla grotta, poi mi accostai al Gave e guardavo la grotta da lontano. Per più di un’ora ho pregato la Madonna e l’ho ringraziata per avermi dato la possibilità di recarmi lì, in quel luogo di pace e di luce straordinario. Tornando al pellegrinaggio dei bambini, nessuno che si reca in pellegrinaggio o in servizio a Lourdes torna a mani vuote: tutti riceviamo qualcosa che anima per sempre la nostra vita. C’è un filo sottile che lega le speranze, le gioie e la fede, questo luogo è Massabielle. Ognuno pensa in cuor suo che sia triste vedere quanto dolore e sofferenza provino i malati e i pellegrini che si recano a chiedere la grazia e a salutare Maria, invece la gioia, l’entusiasmo e la gentilezza la fanno da padroni in un luogo talmente incantevole, che non ha nulla da invidiare a nessun altro scenario della natura.

C’è qualche episodio particolare che le fa piacere ricordare dei suoi pellegrinaggi?

Lo scorso anno ho chiesto a molti dei miei amici di darmi le sorpresine dismesse dei loro figli, di tutti i giochini per farne dono ai bimbi del Treno bianco. Questa mia iniziativa ha riscontrato l’entusiasmo generale: i miei amici mi hanno riempito di questi giochi e i bimbi sul treno mi hanno accolto con grande entusiasmo. È stata un’emozione senza fine vedere la gioia dei bambini che ricevevano ognuno il loro regalo. Erano più di 300 doni, e io, carrozza per carrozza, li ho distribuiti. Questo ricordo mi commuove ancora.

Quand’è previsto il suo prossimo pellegrinaggio?

Quest’anno parto il 27 aprile e ritorno il 3 maggio. Partirò con questo treno da Napoli, che si ferma in tutte le principali città italiane, fino ad arrivare a Lourdes. C’è un ragazzo che sale a Pisa e che cura con la musica l’aspetto folcloristico, per organizzare canti e balli per i più piccoli. Saranno poi presenti anche alcuni clown che cureranno invece l’intrattenimento per i bambini. Ogni carrozza è addobbata con palloncini e colori. È un’esperienza che ognuno dovrebbe poter fare. Il mio sogno è organizzare un pellegrinaggio per bambini e giovani della Sicilia non tra qualche anno ma tra qualche mese. Siamo nelle condizioni di poter garantire un pellegrinaggio ai nostri bambini e ai nostri ragazzi disabili. Un’esperienza che farà da apripista e che consentirà di dar vita a una realtà gioiosa, come si è consolidata a Napoli.

Maria Luisa Spinello per ZENIT

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