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Se non sappiamo servire non sappiamo neanche amare

Pellegrinaggio Lourdes: don Stefanutti (Foulard Bianchi), “se non sappiamo servire non sappiamo neanche amare”

“Se non sappiamo servire non sappiamo neanche amare”. Lo ha affermato oggi pomeriggio don Maurizio Stefanutti, assistente ecclesiastico nazionale dei Foulard Bianchi, presiedendo nell’ambito del pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi a Lourdes, nella Cappella dei santi Cosma e Damiano del Bureau des constatations medicales, la celebrazione eucaristica per gli scout di Agesci e Masci aderenti alla Communauté Notre Dame de Lourdes che in Italia è rappresentata dalla Comunità “Foulards Blancs”. “Per noi cristiani, il servizio fa parte del nostro essere discepoli di Cristo”, ha sottolineato il sacerdote all’inizio della celebrazione, ricordando che “Lui ci ha indicato la strada, il Giovedì santo, lavando i piedi ai discepoli”. A portare i saluti dell’Unitalsi e del presidente Diella è stato Rocco Palese, del consiglio direttivo dell’associazione. “Ogni anno – ha ricordato – viviamo insieme questo percorso di spiritualità e di servizio”. Palese, ha sottolineato l’importanza di “rinnovare ogni volta qui a Lourdes la nostra voglia di fare servizio soprattutto per i più poveri e per i malati, quelli che Papa Francesco chiama invisibili”. Nell’omelia, don Stefanutti ha osservato che “siamo preziosissimi, anche quando ci sembra di non poter operare o che è troppo grande l’impegno e pensiamo di non farcela”. “Nell’affidamento al Signore, nella preghiera – ha aggiunto – troviamo la forza per dire il nostro ‘sì’ quotidiano, il nostro ‘eccomi Signore, manda me’. E in quel ‘manda me’ c’è tutto l’universo della nostra vita, il nostro servizio”. Il sacerdote ha invitato “come Bernadette, a non avere paura se dopo aver prestato servizio nessuno ci considera. Non siamo fatti per farci considerare dagli altri, ma per essere riempiti dall’amore di Dio”. A leggere la “Carta di comunità” che ogni aderente ai Foulard Bianchi sottoscrive, è stato Federico Baiocco, responsabile nazionale dei medici Unitalsi. A seguire uno scout è divenuto titolare pronunciando la promessa e firmando la Carta. Così è “entrato nella comunità dei Foulard Bianchi – ha spiegato don Stefanutti – impegnandosi per la vita in un servizio continuo”. Fonte articolo

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